tag:blogger.com,1999:blog-6875599286318118324.post6169630088328603367..comments2023-12-11T02:45:52.133+01:00Comments on La fruizione negata del Libro: Biblioteca pubblica e biblioteche pubblicheDino .http://www.blogger.com/profile/11974024627741687507noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-6875599286318118324.post-64523870060594356292009-07-30T12:32:32.098+02:002009-07-30T12:32:32.098+02:00(..segue)
Tornando agli spunti nelle conversazion...(..segue)<br /><br />Tornando agli spunti nelle conversazioni iniziate nella pagina "Diritto alla rete" del blog “bibliotecari non bibliofili”, alla fine trovo anche in questo caso una confusione che può portare a giustificare qualsiasi posizione (e conseguente applicazione pratica nel nome del “pubblico”!!!).<br />Paradossalmente ci si potrà inventare (ed in parte esiste già..) una “nuova” biblioteca senza testi perché risponderà al “tipo” “biblioteca senza tavoli” voluta dal “pubblico” degli “amanti delle "informazioni" su cd, dvd, videogiochi e suonerie per cellulari”; ci aspettiamo presto la biblioteca con i giochi d’azzardo digitali che “raccoglie” e si fa “mediatrice” delle relative “informazioni” ed ha la incontestabile funzione sociale di rivolgersi al “pubblico” degli scommettitori (qualche polveroso libro su come fare la puntata vincente per arredare gli scaffali si trova); e alla fine anche una biblioteca dove i libri si bruciano, perché risponde al tipo della “informazione calda” alla quale corrisponde il "nuovo" pubblico che ha esigenze di informazioni in tempo reale!<br /><br />Tutto diventa ammissibile e lecito sotto l'etichetta di "biblioteca"! Ma l’importante (in biblioteconomia) è che non si mettano in discussione i “dogmi” dei “diversi pubblici” delle biblioteche e accada davvero quello che accennava Gentilini: che lo stesso individuo possa esprimere domande di lettura diverse in momenti diversi e metta in crisi “le tipologie” ed i diversi “pubblici” inventati dai bibliotecari: lettore attento, lettore di svago, specialista, studioso, appassionato di libri, ecc., fino a pretenda di passare impunito da una biblioteca che offre raccolte contemporanee ad una con raccolte specializzate, ad una con raccolte antica. <br />La biblioteconomia ed il bibliotecario nei suoi slogan vuole sempre essere “democratico” e non vuole essere un "censore" e decidere per noi cosa “dobbiamo essere” (e quindi possiamo leggere..); ma ci tiene a ricordare ad ognuno di noi cosa NON siamo, a quale “pubblico” non apparteniamo e cosa non abbiamo il diritto di leggere: altrimenti perderebbero di senso la letteratura biblioteconomica degli ultimi decenni, tutto il "sistema" delle “biblioteche / “gabbie tipologiche” volute dai bibliotecari e le relative “regole” per l’accesso al libro ed alla lettura!Dinohttp://libroinbiblioteca.blogspot.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6875599286318118324.post-34325316416377158252009-07-30T12:21:52.139+02:002009-07-30T12:21:52.139+02:00(..Segue)
Un riferimento recente collegato a quan...(..Segue)<br /><br />Un riferimento recente collegato a quanto ho cercato di evidenziare è in, “Il mestiere del bibliotecario, di Carlo Revelli, in Biblioteche Oggi di aprile (pp. 8 -14). <br />Revelli è chiaro e lineare nel riportare concettualmente le diverse attività svolte dal bibliotecario all’idea di sempre della biblioteca (da Naudè, lì ricordato, ad oggi), attraverso la costante del collegamento di tali attività alla biblioteca luogo fisico, alle raccolte possedute e alla loro organizzazione per il pubblico; e attraverso l’altra costante della funzione di mediazione, pur al recente variare dei supporti.<br />Ad un certo punto, però, il discorso si fa più oscuro e sembra ci siano dei salti logici o che si diano per scontate affermazioni discutibili, tutte da verificare. Le funzioni unitarie delle biblioteche, di cui sopra, sono “inquinate” da “funzioni specifiche” (con pesanti conseguenze per quel pubblico) derivanti dalle “tipologie di biblioteche”. Il discorso perde la sua chiarezza e linearità e spuntano delle affermazioni, direi dei “dogmi”, sul rapporto tra tipologie e utenza di riferimento che a me sembrano giungere fino a contraddire le iniziali funzioni unitarie e quindi l’idea stessa di biblioteca. (sono affermazioni simili a queste quelle incongruenze logiche ricorrenti in biblioteconomia - come dicevo nei precedenti commenti – alle quali corrispondono nella pratica incomprensibili “regole” inventate dai bibliotecari lesive di un corretto rapporto tra lettori e biblioteche, e che non vengono mai dimostrate ma sono sempre evocate come verità incontestabili!). Ad esempio, da una parte dovrebbe essere sempre vero che:<br /><br />“E’ il pubblico, dunque, la ragione di essere della biblioteca, di qualunque biblioteca”<br />ma allo stesso tempo:<br />“La biblioteca trae .. dalle sue funzioni specifiche le ragioni del suo pubblico”<br />e<br />“pur se si aprono ad un pubblico più vasto, le biblioteche non perdono la propria funzione di origine” (qui l’esempio specifico è l’universitaria di Tolosa che ha aperto l’uso delle proprie raccolte a tutta la popolazione).<br />e anche:<br />“La stessa biblioteca di conservazione, con accesso limitato [???!!?], esiste perché i suoi fondi possano essere consultati … .. Oggi si pone in evidenza in particolare per la biblioteca pubblica, l’interesse per la comunità [???], facendone un servizio orientato verso il pubblico piuttosto che verso le raccolte”.<br /><br />Nonostante si arrivi ad evocare la “democrazia” e la “morale professionale” (altre ricorrenti “parole d’ordine” retoriche negli scritti di biblioteconomia, come la condanna della “censura”), si danno per scontate delle “funzioni specifiche”, le “tipologie di biblioteche”, che arrivano a negare la stessa idea di fondo della biblioteca, in quanto contengono dei pregiudizi sul rapporto tra biblioteca e utente potenziale delle sue raccolte che limitano di fatto la possibilità di acceso alla lettura (se preferite all’informazione”).<br /><br />[Must be at most 4,096 characters]<br /><br />(segue..)Dinohttp://libroinbiblioteca.blogspot.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6875599286318118324.post-46860105792484995672009-07-26T17:51:24.641+02:002009-07-26T17:51:24.641+02:00..(segue)
Cosa sia sostanzialmente una biblioteca.....(segue)<br /><br />Cosa sia sostanzialmente una biblioteca è noto oggi come lo era secoli fa: al limite un giorno si potrà prendere atto che la biblioteca non esiste più e che sia stata sostituita da altro, un “altro” che avrà altre funzioni, caratteristiche di fondo, e quindi nome, e dove non lavoreranno più bibliotecari ma altre figure professionali. Ma ancora oggi il termine biblioteca ha un significato che è falso e fuorviante estendere genericamente a ‘tutto ciò che ha a che fare con l’informazione’.<br /><br /><br />A questo punto, venendo a commentare le ultime parole di Gentilini, vi sarà chiaro che per me quelle contrapposizioni sono errate per i motivi che ho cercato di evidenziare con questa lunga premessa, e le riscriverei così: <br />utente vecchio stampo / non utente,<br />biblioteca silenziosa / biblioteca rumorosa; non_biblioteca.<br /><br />Anche la retorica della libertà di scelta dell’individuo (addirittura della democrazia..) è utilizzata a sproposito in biblioteconomia: il lettore, ognuno di noi, è libero di essere anche tante altre cose, fuori dalla biblioteca, e non solo il bibliotecario non deve decidere cosa egli debba essere, ma il bibliotecario deve essere del tutto indifferente rispetto ai mille altri aspetti della vita di un individuo in quanto non sono di sua competenza e non hanno nulla a che vedere con il suo lavoro e la biblioteca. Voglio dire che ogni individuo una volta uscito dalla biblioteca non sarà più lettore, potrà esprimere mille bisogni o DOMANDE, anche come fan di Mariah Carey, ma queste non avranno alcuna legittimità in un dibattito su la Biblioteca Pubblica e alcuna influenza su quale sia L’OFFERTA di una biblioteca ed il servizio che ci si può aspettare da un bibliotecario Pubblico.<br /><br />Credo che se i bibliotecari si “romperanno il capo” dibattendo su cosa debba OFFRIRE oggi una Biblioteca Pubblica per essere degna di quel nome, allora ritroveranno numerosi – assieme alla loro smarrita e tanto evocata identità sociale - i loro ‘vecchi’ utenti, i Lettori di libri e quant’altro da leggere, scoprire, confrontare, scegliere (e su cui “socializzare”..) in una Biblioteca Pubblica.<br /><br />Forse ciò avverrà quando avranno smesso di inseguire l’ultima DOMANDA di “informazione” e si ricorderanno cosa una biblioteca sia sempre stata e le riflessioni di altri come loro e prima di loro (come quelli che ho cercato di ricordare in questo blog) ad esempio Luigi Balsamo:<br /><br />“[1980] Perciò la biblioteca di oggi deve aggiornare tecniche e metodi in questa più ampia visuale per essere in grado di assolvere la sua funzione sociale, che rimane quella di sempre in forme però adeguate alle richieste del nostro tempo, intensificate, più esigenti, ma soprattutto socialmente più estese”Dinohttp://libroinbiblioteca.blogspot.com/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6875599286318118324.post-12443333458614923402009-07-26T17:49:11.301+02:002009-07-26T17:49:11.301+02:00SEGUE DA:
http://nonbibliofili.splinder.com/post/2...SEGUE DA:<br />http://nonbibliofili.splinder.com/post/20951284/Diritto+alla+rete<br /><br />Mi sembra giusto che sia ‘Gentilini’ ad avere l’ultima parola su questo spazio ed a decidere il peso che merita ogni argomento, ma il suo commento mi ricorda ricorrenti ‘parole d’ordine’ dell’attuale biblioteconomia su cui vorrei continuare a ragionare senza ‘invadere’ questo blog:<br /><br />(http://nonbibliofili.splinder.com/post/20951284/Diritto+alla+rete).<br /><br />Invito perciò chi volesse farlo - e prima di tutti Gentilini - anche nello spazio dei commenti di “fruizione negata”, qui:<br /><br />https://www.blogger.com/comment.g?blogID=6875599286318118324&postID=6169630088328603367<br />... … .<br />Dino<br /><br />_____________________<br /><br /> “ Gentilini,<br /> #27 24 Luglio 2009 - 11:19 <br /> <br />Un ultimo, breve commento: credo sia ora di superare la contrapposizione utente vecchio stampo/utente burino, biblioteca silenziosa/supermercato. I tempi sono veramente cambiati. Come sempre, usare categorie vecchie probabilmente impedisce di capire il nuovo. <br /><br />L'utente (intendo dire la stessa persona in momenti diversi) può essere silenzioso e pensatore, ma anche fan di Mariah Carey, non vedo dove stia il problema. Ma soprattutto, non siamo noi a decidere cosa l'utente dovrebbe essere. Non funziona così, grazie al cielo ;-) <br /><br />Se posso aggiungere un ultimo consiglio di lettura, raccomanderei Cultura convergente di Henry Jenkins. Fatemi sapere... :-) “<br /><br /><br /><br />‘Gentilini’ utilizza un linguaggio che dimostra come sia molto aggiornata sul dibattito italiano degli ultimi anni su ‘le biblioteche pubbliche’. <br />L’assurdo di tale dibattito è che i bibliotecari partono da un concetto falso di biblioteca, ossia un concetto ‘variabile’ e in perenne mutamento a seconda dell’ultimo trucco sperimentato all’estero per raggiungere il budget, o dell’ultima richiesta di ‘informazioni’ fatta da un mitologico “Nuovo Utente” che il bibliotecario ‘pubblico’ avrebbe il dovere di rincorrere, anticipare ed accontentare (ma si sorvola sempre sull’ipocrisia che, se la biblioteca è “di conservazione”, tutto quando affermato non vale più e quello stesso ‘utente’ da sovrano diventa ‘improprio’, un impostore da mandare via…). <br />Il “Nuovo Utente” sarebbe - dato che la biblioteca è ‘pubblica’ semplicemente in quanto, secondo un altro errore dei bibliotecari, ‘aperta al pubblico’ - il sovrano ed il detentore del sapere delle funzioni ultime della biblioteca pubblica e quindi dei compiti dei bibliotecari. Il bibliotecario Pubblico non avrebbe nessuna altra “guida” nell’allestire una ‘biblioteca pubblica’ se non i desideri del “Nuovo Utente”…<br /><br />L’approccio che ho schematizzato come sostanziale riassunto dell’attuale dibattito (se volete scendiamo in noiose e lunghe citazioni esemplificative, ma magari gli esempi nella seconda parte del blog vi saranno sufficienti...) è errato da un punto di vista logico e metodologico.<br />Da (contribuente e) lettore dei libri e del materiale custoditi (non “conservato”…) da una biblioteca Pubblica (= l’unico concetto accettabile di utente_di_Biblioteca_Pubblica) mi sento di criticare quell’approccio e denunciarlo in quanto portatore di “danni” per chi voglia stare tranquillamente in una Biblioteca Pubblica e, invece, vi trova o pregiudizi e disservizi giustificati da teorie stravaganti su cosa sia una biblioteca e chi debba quindi essere l’utente-Lettore, e quali e come debba utilizzare i libri e gli altri servizi (nelle biblioteche antiche o ‘di conservazione’); oppure tutt’altro, un luogo improvvisamente senza identità e senza più ‘regole’ per il lettore, caratterizzato da una miriade di attività per gonfiare delle statistiche di indicatori di “successo” nell’uso della biblioteca i quali poco rappresentano la biblioteca stessa e che arrivano a prescindere dalla lettura in sede del materiale posseduto dalla biblioteca (nelle biblioteche contemporanee o ‘pubbliche’).<br />In entrambi i casi trovo vi sia un immediato collegamento con le false teorizzazioni sul “tutt’altro” attribuite alla biblioteca, su presunte ‘nuove’ biblioteche per ‘Nuovi Utenti’.<br /><br />(segue..)Dinohttp://libroinbiblioteca.blogspot.com/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6875599286318118324.post-49656958518080144762008-12-12T19:11:00.000+01:002008-12-12T19:11:00.000+01:00Incompetente e cialtrone. faresti meglio a trattar...Incompetente e cialtrone. faresti meglio a trattare argomenti in cui sei preparato....dici solo stronzate.Anonymousnoreply@blogger.com